Dopo i disastri causati dal maltempo di questi giorni, abbiamo assistito (con qualche eccezione nelle ultime ore) al solito strabismo dei tg e dei grandi giornali nazionali, che sono pieni di servizi sugli yacht spiaggiati dei ricconi a Rapallo, di Portofino isolata, del figlio di Berlusconi che ha il castello irraggiungibile, ma non dei boschi veneti distrutti dal vento, con centinaia di migliaia di alberi abbattuti come stuzzicadenti da raffiche a 160 km all’ora.
È una novità? Purtroppo no.
Ogni volta che capita qualcosa nella periferia dell’impero, si assiste all’uso di due pesi e due misure.
Un meccanismo attivato da un po’ di provincialismo, tipico dei mass media italiani, da valutazioni oggettive e da un parametro infallibile, teorizzato alla fine del 1800 da un giornale inglese.
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Una regola non scritta, ma che non sbaglia mai, che dice all’incirca così: l’importanza di una notizia è direttamente proporzionale alla vicinanza con la porta della redazione. In pratica fa più notizia, per il Messaggero, un incidente tra due motorini nelle vie della movida romana che non un incendio in India con trenta morti.
Perché i boschi in provincia sono meno notiziabili degli yacht dei vip
Le cose vanno così, e non c’è molto da fare, anche se è semplicemente scandaloso che l’attenzione dedicata a dieci barche di ricconi, danneggiate in un porticciolo per vip, sia infinitamente (e lo sottolineo schifato per la miopia delle grandi redazioni: infinitamente) inferiore rispetto alle ferite che le trombe d’aria hanno inferto alle montagne del Trentino, ma soprattutto del Veneto, dal Bellunese massacrato all’Altopiano di Asiago, sfregiato in modo impressionante (basta guardare le riprese aeree della Val d’Assa per rimanere sbigottiti).
Come può essere che una perdita enorme, migliaia di ettari quadrati di boschi abbattuti, cioè un danno alla collettività, a tutti noi, sia meno importante di una sola strada interrotta in Liguria o di qualche barca, che a quei poveri miliardari verrà pure risarcita dalle assicurazioni, mentre a noi persone normali i boschi spazzati via non ce li restituisce nessuno?
Non è così. I boschi non sono meno importanti degli yacht.
Ma – semplicemente, fa girar le balle, ma è proprio così – sono meno “notiziabili”.
Vediamo quindi, tra il serio e il faceto, la scaletta di notiziabilità, paragonando Portofino e i suoi vip “sbarcati” con i boschi sventrati dell’Altopiano di Asiago. Esaminiamo alcune categorie: vicinanza con le redazioni o con le case dei giornalisti, fama, effetto social.
Vicinanza con le redazioni
Distanza con Milano: Portofino 175 km, Asiago 270 km. Vince Portofino.
Distanza con Roma: Portofino 475 km, Asiago 574 km. Vince Portofino.
I direttori dei giornali frequentano di più Portofino o Asiago? Vince Portofino.
Soluzione? Che la Regione e le Pro Loco regalino una casa in Altopiano o in Comelico ad ogni direttore di testata nazionale ed ai vari brunivespa & company. 😉
Fama
Quale località è più glamour, per locali alla moda, presenza di Vip, costo delle case, prezzi dei cocktail? Portofino o Asiago? Vince Portofino.
Quale località è più famosa all’estero? Portofino o Asiago? Vince Portofino.
Soluzione? Idem come sopra, ma stavolta le case vanno regalate a ricchi inglesi ed americani, in modo che le montagne venete subiscano una specie di effetto Chianti, come sulle colline toscane. Cin cin…
Sono un giornalista, mi occupo di comunicazione e di uffici stampa.
Effetto social
La vista dall’alto di migliaia di abeti abbattuti riempie di tristezza e di sconcerto, ma colpisce davvero solo chi la montagna e l’ambiente li ama, li frequenta, li rispetta. Soprattutto li rispetta!
Invece vedere gli yacht scaraventati sulla passeggiata, e il pensiero che a restar fregati siano stati quei ricconi miliardari, che per una volta hanno visto una rogna nella loro vita fortunata, causa emozioni forti in milioni di persone.
“Te lo meriti! Oggi la sfiga è toccata anche a loro! Ah, ben gli sta, con tutti i soldi che hanno”.
Commenti del genere, e miliardi di faccine, like, e reazioni divertite, fintamente intristite e sarcastiche, affollano i social, e quindi attirano l’attenzione dei mass media, che danno alla gente ciò che alla gente interessa.
In questo mondo attuale, arido e cattivo, dominato dall’immagine, dall’esteriorità, dal lusso ostentato, secondo te genera più audience la cattiveria di milioni di utenti per le barche dei ricchi (per una volta malmesse) o il rammarico di pochi per qualche bosco al confine dell’impero?
La risposta, in una società che sbava per i Ferragnez e segue con migliaia di follower qualsiasi squinzietta che si fa fare due foto in bikini su una qualche bagnarola, è ovvia.
Ecco perché i mass media, nei primi giorni post disastro, hanno fatto quelle scelte.
Nel’Italia del 2018, invasa dalle dirette Facebook dei Giggini, Portofino batte Asiago 6-0, 6-0. Non si discute.
Dovremmo essere un altro paese, con altri valori etici, sociali e culturali, perché così non fosse, e le quattro barche per ricchi si prendessero una pedata nel didietro e gli inviati dei giornali e dei tg facessero la coda per narrare la distruzione del patrimonio boschivo di tutti noi.
Utopia?
Sono un giornalista, mi occupo di comunicazione e di uffici stampa. Per conoscermi meglio basta un clic.
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